China Punk in Prato

di Giovanna Ricchezza e Martina Caschera

La sera del 12 aprile, al Circolo Curiel di Prato si è ballato e pogato al suono della musica dei Demerit (in cinese guoshi  过失), band punk rock cinese, concludendo una due giorni (domenica 10 –martedì 12 aprile) dedicata alla musica alternativa prodotta nella Repubblica Popolare Cinese.

Domenica 10 aprile, lo Spazio Aut di Prato aveva già ospitato un incontro sulla scena musicale underground del paese, rappresentando un’ideale anticipazione del concerto dei Demerit. L’incontro, organizzato con la collaborazione di Santa Valvola Records, Tramediquartiere e Radio Italia Cina, si proponeva di fornire un contesto più ampio dove collocare la produzione musicale dei Demerit: Roberto Pecorale, docente di cinese e musicista appassionato del genere, ci ha descritto la scena musicale underground nella Cina Popolare, attraverso aneddoti sui personaggi, testi, video musicali e spezzoni di documentari sul genere; seguendo un approccio storico sono state ripercorse le tappe salienti della storia del rock in Cina, dalla sua nascita ed iniziale diffusione ai suoi prodotti più recenti.

Impossibile non citare Cui Jian 崔健, rocker che con la sua “Yiwusuoyou一无所有 (Nothing to my name)” marca la nascita di un genere musicale intimista e arrabbiato; i Tang Dynasty 唐朝, la nascita del punk con Misandao 米三刀, P.K. 14 e (più di recente) proprio i Demerit, le nuove tendenze elettroniche degli Hedgehog e Lonely China Day. A sostenere il discorso, le immagini di “Beijing Punk“, documentario del 2008, nel quale, oltre a riconoscere gli stessi Demerit (pure in una formazione diversa da quella che si è presentata al Circolo Curiel), veniamo introdotti al D-22, il locale cuore della scena punk-rock dei primi anni 2000, e così, più indirettamente, al bisogno di uno 自由空间, uno spazio libero, che dia a queste band la possibilità di suonare la loro musica.

Senza dilungarci oltre sulla storia della musica, tema già trattato in un precedente post su questo blog (“Consigli per l’ascolto“), ciò che ha lasciato maggiormente il segno di questo incontro ad Aut è stata la bellissima immagine proposta dal prof. Pecorale di un popolo che forma la propria cultura musicale sui “rifiuti”, gli “scarti” delle società occidentali: i cinesi vengono inizialmente a contatto con la musica occidentale, dopo i lunghi anni del deserto culturale maoista, attraverso musicassette dismesse dall’occidente, volontariamente rotte e spezzate (rese così, secondo loro, inutilizzabili), e spedite in Cina, per essere smaltite. Sono gli dakou 打口

Curiosi e avidi di conoscenza i cinesi sono venuti a contatto con una massa indefinita ed infinita di contenuti musicali, fruiti tutti contemporaneamente, senza quella consecutio temporum per la quale dai Rollin Stones si è passati agli intellettuali del progressive rock fino ad approdare al punk dei Ramones. In questa fase iniziale di ascolti confusi la fruizione di musica rock occidentale per loro era un semplice sentire e la produzione musicale che ne scaturisce è inevitabilmente naïve, pallida e maldestra imitazione della grande musica di riferimento europea o americana. Questa chiave di lettura ci permette anche di comprendere perché la musica prodotta era effettivamente poco sperimentale, ripetitiva, troppo legata ai generi di appartenenza semplicemente : essa aveva bisogno di darsi una forma ben definita e riconoscibile, di ritagliarsi una sua collocazione all’interno della massa informe e priva di logica che era la musica contemporanea come deve essere stata percepita dai cinesi.

Tuttavia, attraverso l’ascolto di alcuni pezzi (nello specifico Tamen 他们” dei P.K.14 e Zhongnan hai 中南海” dei Carsick Cars) si evince che è stato raggiunto un buon livello di maturazione stilistica, sia che si parli di testi, musica, video, al punto che oggi la scena underground in appena 20 anni è pronta e paragonabile a quella dei nostri paesi.

I Demerit arrivano dunque a testa alta e si fermano a Prato, tappa di un più ampio tour in Italia (Lucca, Pisa) ed Europa.

Abbiamo intervistato una delle maggiori fautrici di questo evento “storico” (come viene definito da lei e dallo stesso Pecorale): Sara Iacopini, ricercatrice e dottoranda in studi sulle migrazioni cinesi.

“Era da qualche tempo che io, Roberto Pecorale, sinologo e grande conoscitore della scena musicale indipendente in Cina, e i ragazzi dell’etichetta discografica “Santa Valvola Records” volevamo portare una band punk rock cinese a Prato. Oltre ad essere amici da diversi anni, condividiamo l’interesse per un certo tipo di musica e tutti abbiamo suonato e/o suoniamo in qualche gruppo.”

Alle nostre curiosità sui legami tra il punk cinese e la città di Prato, Sara risponde che la scelta di questo genere musicale non è stata casuale, ma “voluta fin dall’inizio, frutto dell’interesse che abbiamo per la società cinese contemporanea e per la musica punk rock e le sue numerose derivazioni. Prato, città che presenta dinamiche e tendenze molto interessanti, anche legate alla presenza di una vivace e nutrita collettività cinese, ci sembrava il luogo ideale”. I Demerit, poi,  “insieme ai P.K.14, i Misandao, i Carsick Cars, sono senz’altro uno dei gruppi più importanti e influenti della giovane scena musicale underground della Repubblica Popolare. Sono band che hanno gravitato attorno al D-22, storico club punk-rock di Pechino, e all’etichetta discografica indipendente Maybe Mars, fondata nel 2007 per trovare e promuovere gruppi rock made in China. Per cui l’ascolto dei loro brani è stato quasi “obbligato”; certamente una bella scoperta!

La genesi di questo incontro ci interessava anche da diversi punti di vista: organizzativo, logistico, ma anche emotivo. Sara risponde e precisa che, rispetto alle altre date quella “pratese assume senza dubbio una rilevanza particolare, proprio per il luogo che abbiamo scelto per il concerto – il circolo Curiel – che si trova in piena Chinatown.

Non c’è stato bisogno di opere di convincimento: essendo già in tour in Europa e in Italia, è bastato trovare una data che andasse bene sia a noi che alla band. In pieno stile punk, i Demerit hanno chiesto solo un posto per dormire, un pasto caldo e…tante birre!! Il cachet del gruppo, invece, è stato finanziato grazie all’aperitivo che abbiamo organizzato domenica 10 aprile allo spazio AUT”.

Abbiamo anche indagato sulle reazioni che hanno anticipato l’incontro del 10 e il concerto del 12, e sulle aspettative degli organizzatori a riguardo.

“L’incontro di domenica scorsa voleva essere un appuntamento sia per coloro che già conoscevano, più o meno approfonditamente, la scena musicale indipendente in Cina, sia per tutti quelli che ne volevano sapere di più ed erano incuriositi, per vari motivi, dall’argomento. La grande partecipazione che c’è stata credo abbia dimostrato la forte curiosità di un pubblico certamente più vasto dei soli appassionati del genere”.  Inoltre, “Le reazioni, sia da parte del gruppo che delle persone, mi sembrano molto positive ed entusiaste; c’è molta curiosità nei confronti di questo evento”.

Il concerto-evento, è stato pensato come un “momento nel quale la musica proverà a fare da collante sociale e ad unire persone con diversi background grazie al linguaggio potente ed universale del punk” e le speranze non sono state disattese. Davvero folto il gruppo di giovani cinesi – chi punk, chi meno- di cinesi curiosi, di famigliole, che si sono radunati al Curiel, martedì 12 aprile. Molti anche gli italiani, non solo pratesi, curiosi e appassionati del genere. L’evento dunque, ha fatto da catalizzatore, unendo fisicamente nel nome della musica.

Alla fine del concerto, il gruppo si è mescolato alla folla, concedendosi per fotografie, firme e qualche chiacchiera in inglese e cinese.

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