Il giro della Cina in 60 foto

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In un qualsiasi testo di storia della Cina o di geografia dell’Asia destinato ad un lettore italiano, una delle prime frasi riguardanti la Terra di Mezzo è la seguente: “La Cina è grande circa diciannove volte l’Italia”. È evidente che una tale locuzione lascia piuttosto sconcertati, specialmente se ci si trova di fronte ad essa per la prima volta; lo sconcerto, però, può trasformarsi in fascino e spingere ad approfondire maggiormente cosa si nasconde all’interno di un territorio così enorme, che custodisce tesori culturali ed umani inestimabili.
Se utilizziamo l’Italia come cartina al tornasole, con tutti i suoi particolarismi regionali, che spaziano dall’arte culinaria alla tradizione teatrale e dello spettacolo, possiamo renderci conto di quanto un paese enormemente più grande possa rappresentare un immenso pozzo di ricchezze culturali e sfaccettature tradizionali che si riflettono anche nella vita quotidiana della stragrande maggioranza dei cittadini cinesi.
La Cina ha da sempre esercitato il suo fascino in Occidente attraverso il classico topos dell’esotismo, composto da quegli elementi rappresentativi dell’intero panorama cinese, come la scrittura ideografica, l’Imperatore, il Dragone, i vestiti tradizionali, il Tajiquan, le cerimonie del tè, il culto degli antenati e i filosofi più conosciuti, come Confucio e Sunzi. Purtroppo molto spesso, coloro che tendono lo sguardo ad oriente si accontentano di quanto di più visibile appare ai loro occhi inesperti e non fanno un passo ulteriore all’interno del variegato tessuto sociale da cui quegli elementi sono stati partoriti.1446819215415
Nonostante si parli di Cina da parecchi anni, sono ancora molti i miti da sfatare e le apparenze da superare. Ad oggi il paese appare come un grande gigante economico, la cui importanza è simboleggiata dagli altissimi grattacieli di Shanghai e Pechino. Ma ai piedi di questi edifici sono ancora numerose e diverse le realtà umane che si agitano tra le grandi arterie stradali e gli stretti vicoli che portano agli Hutong o ai quartieri storici, che conservano molte tracce della tradizione pre-industriale.
La collezione fotografica concepita da Paolo Longo, resa disponibile al pubblico dal 6 al 22 novembre 2015 all’interno del suggestivo scenario del Castel dell’Ovo di Napoli, nell’ambito del progetto Milleunacina a cura dell’Istituto Confucio, mira proprio a scardinare le due concezioni monolitiche che si sono avvicendate e che spesso si sovrappongono nelle società occidentali. Da una parte l’esotismo e dall’altra il capitalismo di stato. Lo stesso giornalista infatti dichiara: “Nella scelta finale delle immagini ho eliminato tutto quello che faceva ‘cronaca’ e tutto quello che aveva il sapore dell’esotico, dell’Oriente. Ogni fotografia cosi diventa un racconto che rimanda ad altre storie e ad altri racconti o che vale per se stesso. Storie di persone, storie vere, immagini della vita reale”.
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Si tratta di una ricostruzione piuttosto accurata di un viaggio che lambisce quasi ogni angolo di quell’immenso paese che è la Cina. Impresa quindi alquanto ardua, che l’autore però intraprende in maniera magistrale, fornendoci ritratti di una realtà che difficilmente si riesce a rappresentare nella sua interezza.
Le immagini spaziano da ritratti di vita quotidiana a indagini rivolte ai lati oscuri della società cinese, come ad esempio gli spazi angusti in cui i lavoratori delle grandi fabbriche sono spesso obbligati a vivere. Una delle foto ci mostra proprio un lavoratore all’interno di quella che viene definita casa, ma che in realtà è grande quanto uno sgabuzzino.
Interessanti sono anche le fotografie che ritraggono le nuove generazioni di cinesi, che vivono il passaggio cardine dalla società pre-industriale a quella capitalistica. Molti sono chiaramente affascinati dai costumi di vita occidentale, ma allo stesso tempo cercano di mantenere per quanto possibile un’identità propria.

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Alcune immagini consentono ad occhi poco esperti di avere una prospettiva migliore rispetto alla complessità del panorama sociale cinese, in particolare rispetto a temi che in Occidente spesso sono al centro di scottanti controversie e che sollevano numerose critiche nei confronti delle autorità cinesi. Ad esempio, per quanto la Cina sia un paese che contribuisce moltissimo all’inquinamento atmosferico dovuto al consumo di idrocarburi, è paradossalmente uno dei paesi che investe più risorse nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, in particolare di tipo solare, come ci viene mostrato da un’immagine raffigurante un “campo” di pannelli fotovoltaici.
Infine un paradosso che lascia davvero spiazzati è quello rappresentato da una fotografia scattata presumibilmente in Tibet, che mostra un pellegrino vestito con abiti di fortuna che percorre una delle strade asfaltate che portano a Lhasa, muovendosi in maniera “tradizionale” come prescritto dai precetti religiosi buddhisti; al suo fianco compaiono anche alcune autovetture. Il contrasto è particolarmente suggestivo e ci mostra come convivano, all’interno di un paese così grande, sensibilità diverse, troppo spesso taciute sia dalle stesse autorità cinesi, sia da alcune fonti di informazione occidentali.
Un viaggio davvero emozionante quello che la mostra fotografica di Paolo Longo ci consente di intraprendere con la mente, nell’attesa di compierlo per davvero.

 

Le immagini in questo articolo sono state reperite nelle pagine ufficiali dell’evento. 

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